Sant’Agata Militello, incidente del 2022: la famiglia non si arrende

Non vogliono rassegnarsi a un epilogo giudiziario che, a loro dire, non rappresenta la realtà dei fatti. È il sentimento della famiglia di Federico Latteri, 51 anni, impiegato comunale di Acquedolci, morto il 24 luglio 2022 sul lungomare di Sant’Agata Militello.
Quella tragica domenica, Latteri si trovava in sella alla sua bicicletta quando si scontrò frontalmente con un’auto condotta da una donna che procedeva in senso opposto. L’autopsia, eseguita dal medico legale Giovanni Andò, evidenziò una “adinamia cardiocircolatoria in esito a trombosi acuta dell’arteria discendente anteriore”. Secondo le conclusioni, sarebbe stato un infarto a far perdere all’uomo il controllo della bici, provocando così l’impatto.
Le consulenze tecniche esclusero un nesso causale rilevante tra il decesso e il politrauma subito nell’incidente, così come venne ritenuto non determinante il ritardo dei soccorsi: l’ambulanza, infatti, arrivò sul posto dopo circa 40 minuti.
Sulla base di queste risultanze, la Procura di Patti ha chiesto l’archiviazione del caso. Ma la famiglia di Federico non si arrende.
La chiusura dell’indagine, disposta dal gip La Spada nel settembre 2023, ha portato al proscioglimento dell’automobilista dall'accusa di omicidio colposo.
Dopo il rigetto dell’istanza di opposizione, i legali incaricati dalla famiglia — gli avvocati Claudio Congedo e Giuseppe Emanuele Greco del foro di Palermo — hanno sollecitato la riapertura delle indagini, presentando una nuova consulenza medico-legale. Secondo questa, il 51enne non avrebbe avuto alcun infarto.
«L’assenza, sia alla visita cardiologica che all’autopsia, di segni di infarto miocardico acuto o aritmie ipercinetiche maligne, conferma quanto istologicamente rilevato a livello coronarico: una stasi acuta e non una trombosi, suggerendo come causa della morte un’embolia polmonare post-traumatica.»
Questo è quanto sostiene la relazione firmata dal prof. Emiliano Maresi, anatomopatologo che ha eseguito l’analisi sui vetrini istologici. I legali hanno ottenuto l'autorizzazione a eseguire questi nuovi esami dopo aver contestato l’esecuzione del primo accertamento medico-legale, che — a loro dire — era stato effettuato senza la presenza di un anatomopatologo e senza le garanzie del contraddittorio.
L’istanza di riapertura delle indagini, presentata lo scorso gennaio, è stata però rigettata. Come confermato dal procuratore Angelo Cavallo, non sono emersi nuovi elementi ma solo valutazioni medico-legali differenti rispetto agli accertamenti già svolti dai consulenti della Procura, a cui le parti avrebbero potuto partecipare.
Gli avvocati Claudio Congedo e Giuseppe Emanuele Greco, del foro di Palermo, hanno sollecitato la riapertura delle indagini fornendo una nuova consulenza medico-legale, secondo cui il 51enne non avrebbe avuto alcun infarto.
«L’assenza, sia alla visita cardiologica che all’autopsia, di segni di infarto miocardico acuto o di aritmie ipercinetiche maligne conferma quanto rilevato istologicamente a livello coronarico: si tratta di una stasi acuta, non di una trombosi, suggerendo che la causa della morte sia certamente da attribuire a un’embolia polmonare post-traumatica.»
La relazione è firmata dal professor Emiliano Maresi, anatomopatologo, che ha eseguito l’analisi sui vetrini istologici. I legali hanno ottenuto l'autorizzazione a eseguire questi nuovi accertamenti dopo aver contestato la validità del primo esame medico-legale, svolto — a loro dire — in assenza di un anatomopatologo e senza le necessarie garanzie del contraddittorio.
Tuttavia, l’istanza di riapertura delle indagini, presentata a gennaio, è stata rigettata. Come confermato dal procuratore Angelo Cavallo, non vi sarebbero nuovi elementi a supporto, ma solo valutazioni medico-legali differenti rispetto a quelle già emerse nei precedenti accertamenti svolti dai consulenti della Procura. Inoltre, le parti avevano la possibilità di far valere le proprie osservazioni in sede di opposizione all’archiviazione.
Un verdetto che la famiglia di Federico Latteri non accetta. Per questo motivo, i legali hanno notificato alla compagnia assicurativa l’atto di citazione in sede civile, avviando così un nuovo procedimento davanti al Tribunale di Ivrea.

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